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Questa non è una semplice biografìa di uno dei più pericolosi latitanti al mondo. Questa non è un'inchiesta sulla figura di Matteo Messina Denaro, l'invisibile boss di Cosa nostra. È qualcosa di più. E un grido sofferto e appassionato di chi certamente merita "questo cielo di Sicilia". È acqua, perché i siciliani possano sciogliere le proprie coscienze addormentate, divenute "statue di sale" corrose da un vento di scirocco che non dà mai tregua. È un viaggio dentro la mentalità mafiosa, attraverso le connivenze con i politici, gli amministratori, gli imprenditori e i semplici cittadini collusi con un efferato e sanguinario potere criminale. È un romanzo, una fotografia di una terra di frontiera, che è comunque Italia, tra pericolose amicizie, servizi deviati, omicidi, rapimenti e stragi su cui molto rimane da raccontare. Ma è soprattutto una voce di speranza per quanti, come Giacomo Di Girolamo, non si vogliono arrendere e continuano, con ostinazione, a denunciare e raccontare, parafrasando Leonardo Sciascia, "come se" non fosse troppo tardi per salvare una terra bellissima e disperata allo stesso tempo. E dunque è, più semplicemente, una dichiarazione d'amore per una Sicilia che ancora si riconosce in Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Libero Grassi e quanti, come loro, non hanno voltato la testa dall'altra parte. I veri uomini e le vere donne d'onore. (Prefazione di Attilio Girolamo)